La morte fake di Noam Chomsky

È partita dal social X per diffondersi, inesorabile e virale. La morte fake dell’intellettuale americano Noam Chomsky in poche ore ha fatto il giro del mondo. 

La fake diffusa attraverso necrologi online e testate giornalistiche. Poi tutti  impietriti per l’imbarazzo della bufala. A rettifica dovuta, rimangono i segni. Profondi.

Noam Chomky, 95 anni, dal 2023 è rimasto instabile per condizioni di salute, colpito da un ictus che ne ha causato l’uscita di scena dagli eventi pubblici.

Nei giorni scorsi, di seguito a un’email della moglie che confermava le condizioni poco stabili del filosofo, la rivista statunitense Jacobin ha pubblicato un necrologio, poi condiviso sulla piattaforma social X.

Nel post vengono usati verbi al passato, come a confermare la scomparsa.

Si scatena l’effetto domino sulla morte eccellente. Era un canovaccio? Dove sta la verità?

È risaputo da molti studi che le fake news suonano sempre di più come notizie dirompenti e affascinanti. Sono fatte apposta per questo, per sedurre e persuadere. Di solito si mischia un po’ di vero e un po’ di verosimile, per rendere ancora più difficile tracciare i contenuti.

La misinformazione e la disinformazione, spinte sempre dai tool di intelligenza artificiale, sono una importante minaccia globale.

Di Fenomeni, ce ne sono tanti.

Il linguaggio umano. Noam Chomsky ha passato una vita intera a parlare di apprendimento e di linguaggio universale.  

Alla fine (o quasi) ne nasce un caso virale tra post e comunicazione.

Forse la provocazione di un editore indipendente? 

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