Comporto, no al licenziamento se alla base c’è uno sbaglio

E’ illegittimo il licenziamento per superamento del periodo di comporto se il dipendente è indotto in errore.

Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 22455 del 6 agosto scorso. 

Nel caso esaminato, il ricorso era cominciato al tribunale del Lavoro per ottenere una reintegra.

Il dipendente era stato licenziato per superamento del periodo di comporto, ma le buste paga aziendali riportavano in realtà un numero sbagliato di assenze. 

Se sui cedolini risultavano meno assenze di quelle effettive, lo sbaglio era imputabile al dipendente?

La Corte di Cassazione ha confermato l’orientamento che “mancando norme esplicite nella contrattazione collettiva il datore non è tenuto a informare il lavoratore che sta per superare il numero massimo di assenze previste”.

In questo caso sarebbe stato invece necessario correggere “le indicazioni fuorvianti circa il numero di assenze per malattia” e darne subito notizia all’interessato.

Secondo i magistrati informare il dipendente dell’imminente raggiungimento del massimo previsto avrebbe significato “eliminare quel ragionevole affidamento ingenerato nel lavoratore dal precedente e reiterato comportamento datoriale”. 

 Questioni di diritto.

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