Ue: Corte, no a vincolo 10 anni residenza per reddito cittadinanza

Il requisito di residenza della durata di almeno dieci anni richiesto per ottenere il reddito di cittadinanza “costituisce una discriminazione indiretta nei confronti dei cittadini di Paesi terzi che siano soggiornanti di lungo periodo” anche se applicata in maniera generalizzata. 

Lo dichiara la Corte di Giustizia dell’Unione europea, interpellata dal Tribunale di Napoli sulla conformità del requisito alla direttiva sui cittadini di Paesi terzi che siano soggiornanti di lungo periodo.

Il caso riguardava due cittadine di Paesi terzi accusate di aver falsamente attestato di aver risieduto per dieci anni per ottenere la prestazione. 

“Uno Stato membro non può subordinare l’accesso dei cittadini di Paesi terzi che siano soggiornanti di lungo periodo a una misura riguardante le prestazioni sociali, l’assistenza sociale o la protezione sociale al requisito di aver risieduto in tale Stato membro per almeno dieci anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo”, si legge nella sentenza.

La direttiva europea, prevede, “affinché un cittadino di un Paese terzo possa ottenere lo status di soggiornante di lungo periodo, un requisito di soggiorno legale e ininterrotto di cinque anni nel territorio di uno Stato membro”, si legge nella pronuncia della Corte.

 “Il legislatore dell’Unione ha considerato tale periodo sufficiente per avere diritto alla parità di trattamento”, si afferma ancora. Il risultato è che “uno Stato membro non può prorogare unilateralmente il periodo di soggiorno richiesto dalla direttiva”.

Di conseguenza allo Stato membro “è altresì vietato sanzionare penalmente una falsa dichiarazione riguardante tale requisito illegale di residenza”.

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