Secondo l’Agenzia delle Entrate le spese per lo sport dei figli non sono escluse da imposizione fiscale. L’Agenzia ha infatti confermato di recente che le spese per le attività sportive dei figli dei dipendenti privati non rientrano tra le iniziative di welfare aziendale ammesse a fruire del regime di esenzione del Tuir.
L’unica eccezione si verifica nel caso in cui lo sport sia parte dei “piani di offerta formativa scolastica”.
L’ambito di applicazione della previsione legislativa, infatti, è ristretto ai “servizi di educazione e istruzione resi nell’ambito scolastico e formativo, compresi i relativi servizi integrativi”.
A nulla è valsa l’interpretazione dell’azienda che ha presentato l’istanza e che riteneva l’esenzione potesse essere applicabile alla luce del nuovo comma aggiunto all’art. 33, che recita “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme.”
La recente modifica costituzionale non è stata sufficiente a riconsiderare da un punto di vista fiscale le attività organizzate dalle associazioni sportive.
Ad oggi le detrazioni per le spese sportive dei figli riferite all’anno prima sono detraibili al 19% per un massimo di 210 euro per ciascun ragazzo, da ripartire tra i genitori (entro una soglia di reddito).
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