ROL e smart working un rapporto complicato

Argomento quanto mai caldo in presenza di lavoro agile, è quello della fruizione dei permessi orari ROL.

L’acronimo ROL sta per recupero ore lavorate; l’istituto nasce e si diffonde negli anni ’80 nella contrattazione collettiva, sulla scia di una maggiore consapevolezza dell’importanza del tema della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. L’introduzione di questi permessi ha rappresentato una risposta al movimento politico sindacale che affermava la necessità di una riduzione dell’orario di lavoro, fermo alle 8 ore giornaliere dall’inizio del secolo scorso. Con il ricorso ai permessi, si è affermato indirettamente un principio di riduzione della prestazione lavorativa, senza toccare l’orario di lavoro generalizzato.

Se da una parte l’istituzione di questi permessi ha permesso a molti lavoratori di meglio conciliare i propri tempi di vita con quelli di lavoro,  dall’altra si sono creati fenomeni  di difficile gestione, che spesso vanificano l’istituto stesso. Assistiamo, infatti, alla pratica di monetizzare i permessi (consentita o obbligata da molti CCNL), che di fatto tradisce l’effetto positivo in tema di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

Il ricorso allo smart working ha aggravato questa situazione. Il prestatore di lavoro in modalità agile non ha, come noto, precisi vincoli di orario di lavoro, e gestisce la propria prestazione lavorativa con un certo grado di autonomia. Tale autonomia permette spesso ai dipendenti di organizzare la giornata lavorativa tenendo conto di impegni personali e familiari, diminuendo o azzerando la necessità di fruizione dei permessi spettanti.  In tali situazioni i datori di lavoro si ritrovano spesso a gestire importanti quantità di permessi non fruiti, che a volte diventano un salvadanaio per il dipendente, da incassare al più tardi all’epoca della cessazione del rapporto di lavoro.

Tale situazione di ingovernabilità, favorita anche dalla difficoltà (più spesso impossibilità), per i datori di lavoro di pianificare unilateralmente la fruizione dei permessi individuali, pone una questione: oggi in epoca di lavoro agile, ha ancora senso parlare di recupero di ore di lavoro?

La risposta non è sicuramente facile. In un mondo del lavoro che è profondamente cambiato, bisogna avere il coraggio di accettare la sfida, pertanto mi chiedo: non sarebbe meglio, per i datori di lavoro e per i lavoratori iniziare a parlare di riduzione dell’orario settimanale di lavoro, tramite un assorbimento dei permessi rol? Questa non è una provocazione, in realtà è una delle possibilità concesse da alcuni CCNL (un esempio lo troviamo nel contratto collettivo del Terziario).

In un’epoca di grandi cambiamenti, con sulla soglia della porta una nuova generazione di lavoratori più attenti ai temi della conciliazione vita/lavoro,  è il momento di superare le resistenze del passato e adottare soluzioni innovative per un equilibrio più armonioso tra vita personale e professionale.

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