Gender Budgeting? “Buon Budgeting”

Il raggiungimento della parità di genere garantisce una maggior crescita economica e competitività per le aziende?

Lo sosterebbe uno studio dal titolo “Oltre il divario salariale: la parità di genere per la crescita economica e la competitività delle imprese” realizzato da Arel in collaborazione con JTI Italia e con il supporto dell’Ufficio Studi PwC Italia, presentato oggi alla Torre PwC di Milano.

Lo studio fa una disamina della disparità salariale di genere a livello globale e locale. Anche nel nostro Paese, infatti, il Gender Pay Gap rappresenta una realtà penalizzante nel mondo del lavoro.

Ma non solo, la disparità negli anni continua ad aumentare, fino a determinare una differenza salariale del 14,5% – a parità di livello fra uomini e donne – nella fascia tra i 45 e i 54 anni: il dato deriva da diversi fattori, tra minori opportunità di carriera e formazione e scatti salariali e impegno sul fronte familiare.

“Il gender budgeting è una delle sfide del mandato UE”

“L’ulteriore implementazione del gender budgeting e la sua elevazione al più alto livello politico saranno proprio una delle sfide chiave del mandato appena iniziato” scrive la testata giornalistica Euronews che ha raccolto la voce dell’eurodeputata spagnola dei Socialisti e Democratici Lina Gálvez, presidente della commissione parlamentare per i diritti delle donne.

“Il gender budgeting è un buon budgeting. Ha senso dal punto di vista economico ed è uno strumento per garantire l’uguaglianza di genere a lungo termine”, commenta a Euronews Helena Morais, ricercatrice dell’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (Eige).

“Secondo la ricerca dell’agenzia dell’Ue, affrontare la questione dell’uguaglianza di genere potrebbe contribuire a incrementare la crescita pro-capite fino al 9,6% e a creare fino a 10,5 milioni di posti di lavoro aggiuntivi entro il 2050”.

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