Correva l’anno 2005, il Governo dell’epoca, guidato da Silvio Berlusconi, aveva presentato la legge finanziaria per l’anno 2006 (oggi chiamata legge di bilancio). Tra le misure previste dall’allora governo di centro destra, anche un bonus nascite per i figli nati nel 2005. Grande clamore suscitò la scoperta che tra i figli nati quell’anno ci fosse anche quello di una delle coppie più in vista del Paese: Totti-Blasy. Davanti al rischio di riconoscere un beneficio dello Stato a chi certo non ne aveva di bisogno, corse ai ripari la maggioranza del tempo apponendo un tetto al reddito familiare di euro 40.000,00 (qui un articolo che narra la vicenda).
Facendo un salto di quasi 20 anni, arriviamo alla legge di bilancio per l’anno 2024 che, come noto, ha introdotto il c.d. bonus mamme. Una peculiarità, rispetto ad altre misure rivolte alla famiglia, è il fatto che il bonus non abbia un tetto massimo di reddito, ma un tetto massimo di misura. In poche parole, è previsto che la misura massima del beneficio sia di 3.000,00 per anno (cifra da rapportare a mese), senza introdurre un tetto massimo di reddito percepito dalla madre o dal nucleo familiare. L’assenza del requisito reddituale fa sì che il beneficio sia rivolto anche a famiglie che non ne hanno una stretta necessità. Per come è scritta la norma, qualunque mamma lavoratrice dipendente a tempo indeterminato di almeno 2 figli, che rispettino i limiti di età previsti, indipendentemente dal proprio reddito o da quello del nucleo familiare, può accedere al beneficio fino a euro 250,00 lordi mensili.
Questa stortura, però, non ha suscitato lo stesso clamore di quella prontamente corretta nel 2005; sarà perché i giornali non hanno ancora trovato un caso clamoroso da portare all’evidenza delle cronache?
Il bonus senza tetto (reddituale).
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