1 km dal Futuro

InnovAzioni, ContaminAzioni, ParolAzioni. Psicologia dell’Innovazione (Phasar Edizioni).

Perché oggi è esploso il dibattito sull’Intelligenza Artificiale e sulle altre tecnologie emergenti?

Perché, dopo settanta anni che se ne parla, il mondo avverte l’esigenza di concretizzare. Come se ne dibatte, cosa si pensa di fare, cosa non andrebbe fatto, sono insieme il motivo ispiratore di questo libro. Ma questo, più che un libro, è una giostra per la mente.

Non ha capitoli, paragrafi o un filo narrativo. Ci sono sessantasette finestre di stimoli alla riflessione o di approfondimenti che il lettore può aprire e chiudere a suo piacimento; è un “mosaico di significati” che, sempre il lettore, può ricomporre liberamente nella sua mente.

A cominciare dal titolo. 1 km dal Futuro (e non al Futuro) rimanda al fatto che il Futuro è pensato non come il solito punto (presunto) di arrivo, una destinazione di lungo termine o uno scenario descrivibile con semplici acronimi ma viene assunto come baricentro, punto di concentrazione fisso intorno al quale gravitano le decisioni e le scelte le cui conseguenze impattano e impatteranno sempre di più sul nostro modo di essere umani e di stare al mondo.
In questa prospettiva, il Futuro è tutto tranne che un tempo che verrà; è un habitat digitale, un posizionamento mentale, un luogo che pullula di domande i cui tentativi di risposta lo rendono “destino sempre mutevole”. Con una punta di ironia, potremmo dire che il Futuro deve essere in qualche modo “compostabile”. Tre parole-chiave, con la A di mezzo maiuscola, del sottotitolo (InnovAzioni – ContaminAzioni – ParolAzioni) sono connesse creativamente al paradigma della Psicologia dell’Innovazione come tre angolazioni dalle quali osservare, conoscere, comprendere e portare a compimento il cambiamento che è già in atto da molti da anni.

Il passaggio mentale fondamentale che tutto il testo “obbliga” il lettore a fare è lo spostamento del focus dalle tecnologie emergenti intese come il fine di attività e progetti alle tecnologie emergenti intese come mezzi per noi umani utili a risolvere problemi enormi, a costruire un mondo dove un certo livello di benessere possa raggiungere il maggior numero di persone possibile, in modo sostenibile per il nostro pianeta. Sostenibile e responsabile. L’etica da sola non basta più. Occorre definire con chiarezza, a livello planetario, l’etica delle conseguenze perché “Non esistono le macchine, esistono i proprietari delle macchine” (citazione contenuta all’interno del libro).

In questa cornice di pensiero, è presentato per la prima volta l’ “Effetto Oppenheimer” insieme ad alcune considerazioni necessarie per comprendere come possiamo essere umani in armonia con le innovazioni, senza cadere nelle trappole mentali di un pensiero irrazionale e superstizioso che riguarda le tecnologie emergenti e che può avere effetti devastanti sull’immaginario collettivo.

La costante della storia degli esseri umani è il cambiamento inteso come l’insieme dei fatti e delle esperienze generati dalle persone, un tessuto sempre presente che intreccia le trame delle nostre vite. Questo cambiamento, però, ha bisogno di parole esatte e sensate per esprimersi ed essere compreso; le idee di cui è portatore si “incarnano” quindi in scienziati, filosofi, letterati, artisti che tentano poi di divulgarle a tutti. Da questo punto di vista, oggi abbiamo un problema. Per esempio, l’espressione “Intelligenza Artificiale” ne pone uno, grande, in termini psicolinguistici ma soprattutto in senso antropologico.

1 km dal Futuro prova ad affrontarlo, facendo equilibrismo sulla contraddizione, tipicamente umana, “tra ciò che siamo diventati e ciò che continuiamo a pensare di dover essere, senza riuscirci” (Carlo Sini).

A cura dell’autore Stefano Greco

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