Verso le elezioni Europee

Europa: mitologia e democrazia. E permessi elettorali

Elezioni di rinnovo del Parlamento Europeo al fotofinish. I cittadini chiedono stabilità e crescita, e l’Antico Continente sta in mezzo a due guerre. 

Il mito e il nome “Europa”

Il nome dato al continente è geografico ma di origine incerta. Uno spunto ci arriva dalla mitologia dell’Antica Grecia.

“Prima di Minosse e del Minotauro, in terra Fenicia visse una fanciulla di una bellezza straordinaria di nome Europa. Zeus invaghitosi di lei, come di ogni essere vivente, si trasformò in un bellissimo toro bianco. La ragazza ritenendolo particolarmente bello e mansueto vi montò in groppa cavalcandolo all’amazzone. Zeus non attese oltre e, con Europa sul dorso, si slanciò in mare nuotando dalla Fenicia sino a Creta”. È il “ratto di Europa”.

Dall’unione tra Zeus e Europa nasce Minosse che diventa re di Creta. Europa, il nome dato alle terre oltre il Mediterraneo e la Turchia.

L’Europa dei Trattati

L’organizzazione degli Stati Europei si propone la costruzione progressiva e un modello politico democratico. Appare distante dagli interessi dei vari paesi unionisti? Oppure li vorrebbe mettere d’accordo? 

Tutte le nazioni del continente e anche l’organizzazione europea si basano su un modello politico democratico. Quest’ultimo, talvolta, potrebbe  sembrare poco impattane sulla vita dei cittadini dei vari paesi unionisti. Tale lontananza è lo stato dell’arte oppure è una mera percezione dato dallo scarso interesse dei cittadini europei nell’operato di tale istituzione?

Sono 450 milioni di persone quelle rappresentate. Si vota in 27 Paesi per scegliere 720 parlamentari. Il Parlamento UE è scelto a elezione diretta.

Quattro passi nella storia

Guardando indietro nella storia, ci viene in mente un esempio (lontano) di civiltà e democrazia: Atene.

Nel discorso agli ateniesi, Pericle, elogiando il modello democratico ateniese, affermò:

“Qui ad Atene noi facciamo così. Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia”.

Tuttavia uno dei padri del pensiero occidentale come Aristotele (nell’opera “Politica”) riteneva la democrazia una corruzione della Politeia in quanto, senza scendere nel particolare, questo modello andrebbe a scadere poi nella demagogia. 

D’altra parte, anche il primo ministro di una democrazia moderna ha affermato che “la democrazia come forma di governo non è la migliore ma che tuttavia al momento la mente umana non ha ancora trovato un’alternativa per gestire la vita politica”.

Parafrasando un noto aforisma, in sostanza, “la democrazia è la forma di governo che meritiamo, ma di cui non avremmo bisogno”.

Lasciamo scegliere al gentile lettore quale sia, secondo la propria sensibilità, la migliore.

Le elezioni del Parlamento Europeo

Fatta questa introduzione, ricordiamo che l’appuntamento elettorale è per le giornate dell’8 e del 9 giugno. Si può votare dalle 7 alle 23. Saranno 76 i rappresentanti italiani in carica per i prossimi 5 anni.

I permessi per le attività ai seggi elettorali. I comuni di residenza hanno inviato le lettere di nomina a scrutatori e presidenti tra i cittadini iscritti all’albo che dovranno garantire lo svolgimento corretto delle operazioni di voto.

Nella maggior parte dei casi coloro che sono nominati come operatori di sezione sono lavoratori che dovranno assentarsi dalla loro attività lavorativa “in maniera anticipata”.

Non c’è da preoccuparsi. Il legislatore ha previsto, con l’articolo 119 del DPR 361/57 e successive modificazioni, che i lavoratori dipendenti che adempiranno a funzioni presso seggi elettorali avranno diritto ad assentarsi dal lavoro per tutta la durata delle operazioni.

Rispondiamo ad alcune domande sui permessi elettorali.

“Chi può usufruire dei permessi elettorali”?

Le figure che possono fruire del permesso non sono solo gli scrutatori e i presidenti di seggio nominati espressamente dallo Stato bensì anche il segretario, il vicepresidente e i rappresentati di lista o di gruppi.

“Nel caso di assenza dal lavoro è prevista una decurtazione dalla busta paga degli importi per le ore non lavorate”?

No. L’art. 119 citato sopra nel suo ultimo comma prevede che durante le operazioni di seggio il lavoratore è da considerarsi come se fosse al lavoro e pertanto gli spetta la retribuzione ordinaria per intero della giornata.

“Nel caso in cui fossi scrutatore la domenica ho diritto a qualcosa?”

Nel caso in cui il nostro lettore dovesse svolgere le operazioni di seggio di domenica, che ipotizziamo essere un giorno non lavorativo, ci sono due opzioni. La prima è quella di godere di una giornata di riposo compensativo il più vicino possibile all’ultimo giorno di scrutinio. “Se l’ultimo giorno è di domenica, il riposo compensativo si terrà plausibilmente di lunedì” così la Corte di Cassazione sentenza n. 11830 del 2001. Seconda opzione è invece scegliere una quota di retribuzione aggiuntiva rispetto a quella normale.

Il legislatore non indica di fatto quale tipologia sia privilegiata, pertanto ciò deriva da un accordo tra le parti.

“Ma se le operazioni di scrutinio finiscono dopo la mezzanotte della domenica che succede?”

Il caso in cui la chiusura delle operazioni di seggio avviene dopo lo scoccare della mezzanotte è descritto dalla Corte di Cassazione. 

Nelle sentenze n. 1431 del 2001 e n. 8400 del 2002, “perché si consideri il lavoratore impegnato nelle operazioni di voto basterà che queste si protraggano anche per solo una frazione di esse, con la conseguenza che queste dovranno essere interamente retribuite come permesso elettorale”.

Va da sé che essendo in permesso elettorale il lavoratore non dovrà recarsi sul posto di lavoro la mattina successiva. In tal caso il riposo compensativo sarà fissato a martedì.

“Se il periodo delle elezioni cade in un giorno festivo?”

Nel caso in cui uno dei giorni previsti per le elezioni sia festivo si applica la stessa disciplina della domenica.

Dipendente e datore di lavoro devono mettersi d’accordo sul giorno retribuito o sul riposo compensativo.

“Che documentazione mi serve per documentare le assenze?”

Il lavoratore deve presentare al datore di lavoro la lettera di nomina (nel caso in cui questo sia stato legittimamente eletto) e solo a conclusione delle operazioni andrà consegnata la documentazione con il timbro della sezione e la firma del presidente di seggio. Il documento attesta la presenza effettiva con puntale indicazione dell’orario di inizio e di chiusura delle attività del seggio.

Nel caso di attività al seggio senza nomina, serve invece presentare la documentazione consegnata dal presidente al termine delle operazioni di seggio.

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