Caldo, Worklimate del Cnr per contrastare effetti su lavoratori

Il Programma di calcolo previsionale aiuta la tutela della salute

Ondate di calore: continuano le attività del progetto Worklimate 2.0, coordinato dall’Istituto per la Bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche insieme a Inail con il contributo di altri cinque partner. Lo fa sapere una nota del CNR.

La piattaforma previsionale di allerta Worklimate punta a un primo screening dei rischi legati allo stress da caldo per i lavoratori e si pone come riferimento per la pubblicazione di molte ordinanze regionali che coinvolgono diversi milioni di lavoratori.

Tali ordinanze generalmente vietano il lavoro in condizioni di esposizione prolungata al sole, dalle ore 12:30 alle ore 16, sull’intero territorio regionale nelle aree o zone interessate dallo svolgimento di lavoro in vari settori lavorativi (ad esempio agricolo e/o florovivaistico, e nei cantieri edili e affini), limitatamente ai soli giorni in cui la mappa del rischio indicata sul sito www.worklimate.it/scelta-mappa/sole-attivita-fisica-alta/ riferita a ‘lavoratori esposti al sole’ con ‘attivita’ fisica intensa’ ore 12, segnali un livello di rischio ‘alto’.

Al momento sono 12 le regioni che hanno pubblicato questo provvedimento, molte delle quali nell’Italia meridionale (Calabria, Puglia, Basilicata, Campania, Molise), isole comprese (Sicilia e Sardegna), e centrale (Lazio, Abruzzo, Toscana e Umbria) e una dell’Italia settentrionale (Emilia- Romagna).

E’ notizia proprio di questi giorni che anche il Piemonte abbia emesso una ordinanza dai contenuti simili. Tra le altre attività del progetto, la raccolta di informazioni a livello aziendale indirizzate a una stima dei costi aziendali e della produttività del lavoro in aziende soprattutto del settore agricolo, oltre all’implementazione della raccolta di dati per valutare la conoscenza e percezione del rischio caldo in varie aziende impegnate in diversi settori lavorativi e che collaborano al progetto.

Attività fondamentali per “fotografare” le situazioni specifiche a livello aziendale valutandone le modalita’ di intervento; quindi, le soluzioni e le strategie da applicare per ridurre i rischi connessi all’esposizione al caldo.

Proseguono, inoltre, le attività di studio e aggiornamento delle indagini epidemiologiche utilizzando il database di infortuni dell’Inail e con un’attenzione particolare anche alle stime dei costi sociali ed aziendali correlati alle temperature estreme.

E’ un continuo aggiornamento la pubblicazione del report ‘Caldo e lavoro’ che permette la raccolta delle informazioni provenienti da organi di stampa quotidiana nazionale e locale riguardanti gli infortuni e malori sul lavoro possibilmente correlati al caldo, e le segnalazioni di iniziative e proposte per la tutela della salute dei lavoratori esposti a stress termico.

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